Quick SEO: 10 errori da evitare per una buona SEO


Facili da evitare, disastrosi se ignorati. Scopri come prevedere i principali errori SEO grazie a questa rapida guida.

12/11/2018

 

Ogni azienda che vuole crescere attraverso il web entra ormai in contatto con la SEO (Search Engine Optimization). Tuttavia spesso non si è preparati a sufficenza per poter affrontare in maniera efficace un primo approccio a questo mondo molto tecnico.

Fare della buona SEO infatti è frutto di pazienza, continuo aggiornamento e attenzione ai dettagli poichè, se ignorati, anche i più piccoli errori possono portare a gravi conseguenze. Bisogna infatti “giocare” con le regole imposte da Google per non rischiare di incappare in pesanti penalizzazioni (https://support.google.com/webmasters/answer/7451184?hl=it)

Vediamo quindi assieme i 10 principali trabocchetti che si pongono di fronte a chi decide di entrare nel mondo della SEO per la prima volta.

  1. Keyword stuffing: l’implementazione di keyword efficaci è uno dei passi fondamentali per un’attività SEO di successo. Molto spesso però, quando si tenta di aumentare la densità delle keyword all’interno delle pagine web, si tende ad esagerare incorrendo nel cosiddetto “keyword stuffing” ossia l’abuso di keyword ripetute troppe volte all’interno di una stessa pagina. Il keyword stuffing è visto negativamente da Google poichè non solo disturba la lettura da parte dei visitatori ma è facilmente identificabile dai bot dei motori di ricerca come mezzo di manipolazione illegale delle keyword.
  2. Testo poco visibile o nascosto: una delle principali tecniche della Black SEO (SEO con stratagemmi mirati a “imbrogliare” i bot dei motori di ricerca per ottenere risultati migliori di posizionamento). Nascondere parti di testo o link tramite codice CSS è stata una delle scappatoie più usate in passato per sopperire a testi corti o per mascherare lo stuffing. Gli algoritmi di Google negli ultimi anni sono diventati molto più complessi e riescono a leggere questi testi nascosti senza alcun problema. L’utilizzo di questo mezzo di Black SEO è quindi da evitare assolutamente poichè minerebbe drasticamente la autorità del sito web agli occhi di Google.
  3. Contenuti duplicati: copiare “sostanziose parti di contenuto all’interno di uno o più domini che siano completamente o in gran parte uguali tra loro” (definizione Google) è un errore che compie spesso il SEO che non possiede grandi competenze di copyright e di content creation e quindi considera una buona soluzione quella di copiare contenuti di successo scritti da altri. Grazie ai suoi bot Google riesce rapidamente a capire se un testo è stato plagiato da altre sorgenti poichè possiede già il testo stesso nei record di indicizzazione. Diventa perciò fondamentale (ed è proprio Google ad incoraggiare ciò) scrivere sempre contenuti originali e di valore, anche per incoraggiare gli utenti a visitare il proprio sito.
  4. Link eccessivi fra domini diversi: se si è in possesso di un sito con un dominio molto forte è importante evitare di creare troppe connessioni con altri domini in maniera poco “naturale”. Per esempio se su un totale di 100 link da un sito A ben 90 sono dallo stesso sito B ciò verrà inteso come manipolazione dei backlink. Se i bot di Google notassero questo comportamento è da attendersi una penalizzazione.
  5. Titoli “Clickbait”: creare titoli clickbait significa attirare l’utenza all’utilizzo di un link tramite slogan ingannevoli che portano a pagine il cui contenuto è completamente diverso da ciò che ci si aspetta. Sono titoli clickbait per esempio i noti “non crederai mai a cosa è successo qui..” oppure “clicca qui per scoprire una incredibile verità”. Google non vede di buon occhio questa tecnica considerata sbagliata nei confronti degli utenti.
  6. Backlink a pagamento: ottenere dei backlink (link che da altri siti rimandino al proprio) di valore è una delle più difficili sfide quando si parla di SEO. Proprio per questo motivo Google identifica negativamente tutti quei servizi che mettono a disposizione link di poco valore ottenuti tramite pagamento in denaro. Questi link infatti sono spesso generati automaticamente da bot e non solo non portano beneficio al website ricevente ma ne minano profondamente la credibilità agli occhi dei motori di ricerca.
  7. Ignorare i metatag: i metatag sono dati che vengono trasmessi tramite HTML ai motori di ricerca per fornire informazioni aggiuntive che aiutino i bot a comprendere meglio il tipo di contenuto che si vuole offrire all’utenza. Ignorare il loro utilizzo significa perdere la grande possibilità di “farsi notare” positivamente dai motori di ricerda durante le loro analisi del sito. Se utilizzati correttamente, tramite per esempio l’inserimento di keyword, possono portare enorme beneficio al contenuto del sito, definendone la natura e lo scopo.
  8. Dimenticarsi dell’importanza delle prestazioni mobile: durante il processo di ottimizzazione SEO non bisogna dimenticare quanto sia fondamentale investire nella produzione di strutture web e contenuti che siano prestanti e facilmente leggibili da mobile. Entrare a far parte del mondo del mobile è infatti ormai uno dei punti cardine del successo di un’azienda sul web e gli stessi motori di ricerca vedono positivamente i siti web pronti ad essere visitati da queste piattaforme.
  9. Link “broken”: avere link interni al sito non funzionanti è vista come una mancanza tecnica piuttosto grave dai motori di ricerca. Bisogna perciò mantenere monitorato il proprio sito costantemente tramite tool di audit che permettano di identificare anomalie in tempo in modo da facilitarne la risoluzione istantanea.
  10. Non utilizzare tool di analytics: questo errore è spesso frutto dell’inesperienza di chi gestisce la SEO per la prima volta. Come abbiamo detto prima una buona SEO è frutto della costante attenzione ai dettagli e alla rapida risoluzione di errori che si verificano periodicamente (naturale che ciò accada) o a causa di aggiornamenti. Questo è possibile solamente utilizzando tool di analitica che forniscono in tempo reale e in report precisi i dati delle visite al proprio sito. Un esempio famoso è la piattaforma Google Analytics.

Termina qui questa breve lista dei primi e principali errori che vengono quasi sempre sottovalutati da chi si avventura nel mondo SEO per la prima volta. Riconoscerli immediatamente permetterà a voi e alla vostra azienda di risparmiare notevole quantità di tempo e risorse e farà in modo che voi possiate essere pronti a competere nel mondo web fin dai primi mesi di vita del vostro sito.