Cos’è il Search Intent?
Guida base all’ottimizzazione dei contenuti per soddisfare le ricerche
11/06/2019
Secondo le stime, nel tempo impiegato per leggere la prima frase di questo articolo, sono state eseguite circa 200.000 query di ricerca su Google.
Un numero che sorprende non tanto per la sua entità, ma per le più svariate tipologie di combinazioni diverse di parole utilizzate dagli utenti, per arrivare allo stesso risultato.
In media un navigante del web, utilizza attorno alle 3 parole per search query. Il compito di Google è di interpretare queste brevi composizioni, al fine di fornire all’utente il risultato ottimale per la sua ricerca. In breve, il suo compito è di comprendere l’intento della ricerca degli internauti.
Il nostro scopo invece, non meno importante, è quello di creare contenuti che siano rilevanti per queste stesse query di ricerca.
Perchè è così importante? Basti pensare che più del 50% del traffico dei siti web deriva dalle ricerche organiche e che circa il 40% degli acquisti sia il risultato dell’influenza di ricerche (e quindi di contenuti) rilevanti.
Vediamo di comprendere, grazie a questo articolo, come possiamo muovere i primi passi nella comprensione del search intent degli utenti.
Cos’è il Search Intent?
Il termine Search intent o keyword intent, come spesso viene chiamato, si riferisce alla motivazione, o intento, che sta alla base di un’azione di ricerca dell’utente nel web.
In parole più semplici è il PERCHE’ che motiva una query sui motori di ricerca. Perchè l’utente ha usato queste parole, perchè le ha usate in questo ordine, perchè lo ha fatto in questo periodo? Tutte queste domande trovano risposta in un’analisi di Search Intent.
Tipicamente le tipologie di Search Intent sono:
Navigazione
Ricerca di informazioni
Transazionali (acquisti o azioni in genere)
Più dell’80% delle query organiche sono di tipo informativo, mentre le altre due tipologie coinvolgono circa il 10% delle query ciascuna. Ciò significa che quasi la totalità di utenti compone ricerche sui motori di ricerca principalmente per capire COME fare qualcosa.
Vediamo ora con attenzione i particolari delle singole tipologie di Search Intent.
TIPO 1: Navigazione
Con ricerca di navigazione si intende il tipo di query che esegue un utente che vuole raggiungere un preciso sito o pagina web. Per esempio se volessimo raggiungere il sito della Apple, molto probabilmente scriveremmo semplicemente Apple come keyword senza altri termini.
Google serve, per questo tipo di ricerce, risultati molto precisi e geolocalizzati.
TIPO 2: Ricerca di informazioni
Con ricerca di informazioni si intende invece il tipo di query utilizzata dai naviganti per raggiungere un risultato che fornisca loro guide o consigli utili su come, quando o perchè compiere una determinata azione.
Nei recenti aggiornamenti, è stata aggiunta la funzionalità delle “risposte correlate”. Oltre ai risultati precisi, Google fornisce una lista di domande collegate che possono essere di ulteriore aiuto all’utente.
TIPO 3: Transazioni
L’ultima tipologia di search intent riguarda l’insieme di ricerche che un utente compie quando sà di voler far qualcosa in maniera precisa e dettagliata.
Un esempio potrebbe essere: “Computer sotto i 1000€”. Questa query fornisce le risposte ad un utente che vuole comprare un Computer senza spendere più di 1000€.
Queste ricerche spesso vengono arricchite da feature snippet, dalla risposta più rilevante oppure da elementi del marketplace.
Come ottimizzare i contenuti per il Search Intent
Ora che abbiamo compreso le linee generali delle tipologie di Search Intent, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sul nostro obbiettivo che consiste nel come produrre contenuti ottimizzati e pertinenti per soddisfare le richieste degli utenti.
Ottimizzazione per il tipo navigazionale
La chiave dell’ottimizzazione per la tipologia di search intent navigazionale è quella di avere landing page del brand, pagine prodotti e pagine servizi ben definite. E’ necessario curare in maniera particolarmente attenta il titolo, i sottotitoli e le meta description includendo il nome del brand o del prodotto. Le “Branded Searches” infatti hanno statisticamente un Click-Through rate molto più alto rispetto a quelle non brandizzate.
Anche i contenuti delle pagine devono contenere il nome del brand, in modo da rafforzare la pertinenza del risultato con le ricerche degli utenti.
In particolare bisogna far capire subito chi siamo, cosa facciamo e cosa offriamo.
Ottimizzazione per il tipo informativo
Come per il search intent di tipo navigazionale, anche l’informativo richiede di utilizzare determinate keyword in maniera strategica. In questo caso il brand non è di primaria importanza.
Lo schema di ottimizzazione per questo tipo di contenuti è:
- Domanda contenuta nel titolo o nel sottotitolo: esempio “Cos’è il Search Intent?”
- Domanda contenuta nell’url: esempio “/blog/cose-il-search-intent”
- Risposta nella prima riga della meta description: esempio “Il termine Search intent o keyword intent, come spesso viene chiamato, si riferisce alla motiva….”
Nell’ottimizzare la pagina che conterrà di solito viene seguito uno schema standard:
- Titolo di testata che contiene la domanda principale (ed eventualmente una seconda domanda di rafforzamento): esempio “Cos’è il search intent e come possiamo utilizzarlo al meglio per generare traffico?”
- Sottotitolo di contestualizzazione: esempio “Guida base all’ottimizzazione dei contenuti per soddisfare le ricerche”
- Introduzione statistica o storica seguito dal paragrafo contenenete la risposta alla domanda
Ottimizzazione per il tipo transazionale
Per il search intent di tipo transazionale, il metodo di ottimizzazione migliore consiste nel tenere le informazioni focalizzate sul risultato e l’azione desiderata. Non servono molte informazioni di supporto poichè l’utente è già deciso nel compiere la ricerca e si aspetta dettagli precisi e sintetici. In questo caso il titolo deve corrispondere al nome del prodotto o al servizio preciso mentre la meta description deve fornire solo le informazioni strettamente necessarie come il prezzo, le info di consegna o le eventuali recensioni.
Le pagine che raccolgono questi contenuti devono avere un design chiaro, senza distrazioni, del testo breve, meglio se concentrato sul presentare i vantaggi nel compiere l’azione desiderata e infine una CTA che aiuti l’utente a completare il suo intento.
Lo schema classico (es prodotto) è:
- Galleria immagini
- Intestazione con nome prodotto e sottotitolo
- Descrizione
- Dettagli tecnici
- Key point / vantaggi
- CTA
- Descrizione più lunga
A differenza degli altri tipi di Search Intent, il transazionale ha in aggiunta una sorta di “vocabolario” che fa capire a Google che la pagina in esame corrisponde a questa tipologia.
Esempio di parole per i prodotti o categorie di prodotti: nome del brand, nome specifico di prodotti, nome di categorie o di raggruppamenti specifici (es. “computer sotto i 1000€”)
Esempio di parole dedicate alla vendita/acquisto: Compra, vendi, sconto, affare, coupon, spedizione gratuita, migliore, più economico, confronto, recensione.
Conclusioni
Ottimizzare le pagine per il tipo di Search Intent corretto è la chiave per aver successo nel mondo delle SERP organiche. Grazie a questi basilari consigli, sarà possibile migliorare il rendimento del proprio sito web, permettendo allo stesso tempo di attrarre clienti grazie ad una prima e iniziale presentazione di una soluzione al loro problema.